Sono sempre più convinto che il problema di questa società non sono i cattivi; ma i superbi,gli incapaci,coloro che credono di sapere tutto e di essere i migliori di tutti. Il superbo,lo stolto,non si fa domande, ha solo paura di perdere quello che conosce. E se tu parli in modo che a lui sembra una minaccia a cio che gli e’ abitudinario, ti da contro. La ricerca della verità,in ogni campo,in ogni settore,dentro se stessi,dovrebbe essere tra le grandi priorità nella vita e invece questa società stà morendo di illusioni,di falsità. Il fatto, è che la gente ha più fame nello stomaco di quella che ha nella testa. Ecco il problema.
Questo genere di rapporti,quando mi rendo conto che sono tali,ne prendo subito le distanze. Perchè? Perchè quando non c’ê ne vera Amicizia,ne vero Amore,allora è solo ” Occasionale convenienza “: cioè un usare l’altra persona quando si ha bisogno. È solo un usarsi a vicenda; vuoi per compagnia,solitudine,o per qualcosa di più pratico,ma è sempre un usarsi. Infatti quando il bisogno cessa,quella persona non si fà più sentire. Rapporti tossici,appunto; privi di verità.di vera amicizia e vero amore. Da evitare accuratamente.
Queste parole,dato il contesto sociale in cui viviamo,potrebbero risultare anacronistiche,tuttavia le condivido,poichè rispecchiano il mio pensiero. Preferisco la chiarezza,preferisco far sapere il mio pensiero e pretendo di sapere se una persona vuole solo giocare nella vita ( rapporti falsi basati sul riempimento della propria solitudine e sulla vanità,che quindi poi sfociano in logici tradimenti,poligamia ecc ecc. ) o crede invece ( come me ) nel valore di un rapporto vero,stabile,basato sulla verità,sull’Amore ( monogamia,fedeltà,progetto di vita insieme ) . Mai come oggi,in questa realtà allo sbando,confusa,servono persone che prendono una posizione chiara,o questo caos,questa anarchia non avrà fine. Troppa superficialità,ma soprattutto,troppa ambiguità. Io non pretendo di avere intorno persone perfette; ma chiarezza,si. Il mio concetto ê: ” dimmi chi sei. Non ti giudico,ma voglia sapere da che parte stai,come la pensi,dove vuoi andare ( parlando un pò in metafora ). Al giorno d’oggi c’è troppa ambiguità,troppo perbenismo e qualunquismo. Se siamo onesti nei confronti delle persone,se siamo chiari sù ciò che vogliamo,ciò che pensiamo,chi siamo,evitiamo di perdere tempo e di far perdere tempo,saremo tutti più liberi di scegliere: e invece oggi come oggi,mi sembra tutto uno squallido teatrino dove ogniuno recita la sua bella parte di ciò che non è,solo per arrivare ai propri egoistici fini. Detesto le persone “peace and love “,amici di tutti che danno ragione a tutti,senza prendere mai una posizione per paura di sbilanciarsi o della solitudine ( conosco molta gente che a me dicono una cosa,poi li vedo fare tuttaltro ): un comportamento del genere è una dichiarazione di debolezza di carattere,paura,falsità ed ipocrisia . Ciò che penso è questo: ” La verità sopra ogni cosa “; tutto il resto è vuoto a perdere.
Jvan Bugliani
” Chi vuole imparare ad Amare,deve prima imparare a rinunciare ”
Cit. – ” C’è gente che passa la vita facendo sesso ed illudendosi di amare, ma si fa veramente l’amore solo quando si spoglia anche l’anima.Se è nudo solo il corpo si sta facendo sesso.Il corpo potrà anche godere ma non sarà mai nulla al confronto del piacere di due anime che si amano pienamente. ”
cit.
È da tempo che ho scelto di lasciare la vita mondana. Avevo capito che lì non c’era,ne mai ci sarebbe stata,vera felicità,pace,amore e un dignitoso futuro; ma al contrario,vi era solo vanità,falsità e una sterile e vuota competizione per il nulla. Solo nella natura c’è pace,felicità,verità,amore e di conseguenza,un degno futuro.
Le parole che seguono,sono di Francesco Guccini; le condivido tutte.
Addio
” Nell’anno ’99 di nostra vita
io, Francesco Guccini, eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perché, per colpa d’altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,
io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni…
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo “vero”
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l’umiltà…
Io, figlio d’una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d’elementari ed uno d’università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà…
Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d’imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l’unica fede in cui sperare…
Nell’anno ’99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch’io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile…
mio amico… “